Teatro dalla A alla Z

Io sono affascinata dall'arte teatrale in generale.
L'idea di poter essere noi stessi e altre mille persone allo stesso tempo è una delle cose che più mi ha fatto innamorare del teatro.
Faccio teatro da tre anni, e ammetto che ciò mi ha aiutato davvero tanto.
Cosa sarei senza teatro? Che percezione avrei dello spazio, di ciò che mi circonda?
Prediligo il teatro dell'assurdo, Becket è al primo posto tra i miei drammaturghi preferiti.
Con Finale di partita ha catturato il mio cuore

rma.roby ha scritto:

rma.roby ha scritto:

Ragazzi, non so bene dove postarlo, quindi lo scrivo sia qui sia nel topic dei dialetti
Dunque... chi di voi conosce/ha letto/ha sentito parlare del teatro dialettale? Io lo sto studiando a scuola e posso dire che me ne sono praticamente innamorata!

mmh... forse è meglio se faccio un esempio:
A.:Nena, dolce mea Nena, dòrmistu, fia? (Nena, dolce mia Nena, stai dormendo, figlia?)
N.:Volea far un soneto, ché sun straca de voltarmi in questo benedecto leto (Volevo fare un sonnellino, perché sono stanca di rigirarmi in questo benedetto letto)
A.:Ti xè in leto, e mi nel fuogo che me consuma (Tu sei a letto, e io nel fuoco che mi consuma)
N.:Che disèu de fuogo? (Che dite del fuoco?)
A.:Le mie carne brùsciano. Moro de doia. (Il mio corpo brucia. Muoio di dolore)
N.:Aveu frèbe? lassème un puoco tocar (Avete la febbre? Lasciatemi un po' toccare)
A.:La frebe xè qua entro, nel cuor (La febbre è qui dentro, nel cuore)

(tratto da La venexiana, anonimo, atto 1)
Che ve ne pare?

roby io sto in un laboratorio teatrale dove facciamo dei testi originali scritti da alcuni stessi attori non propio in dialetto stretta ma con una marcata tendenza dialettale, penso che sia una cosa buona soprattutto per avvicinarsi anche alle propie tradizioni...

Il dialogo di Platone sull'amore è stato molto bello. C'era un solo attore che recitava tutte le parti e il tutto è stato modernizzato dal punto di vista musicale.
Bello e brrrravo, bello e brrravo.

Disinfinito Cinque ha scritto:

rma.roby ha scritto:

rma.roby ha scritto:

Ragazzi, non so bene dove postarlo, quindi lo scrivo sia qui sia nel topic dei dialetti
Dunque... chi di voi conosce/ha letto/ha sentito parlare del teatro dialettale? Io lo sto studiando a scuola e posso dire che me ne sono praticamente innamorata!

mmh... forse è meglio se faccio un esempio:
A.:Nena, dolce mea Nena, dòrmistu, fia? (Nena, dolce mia Nena, stai dormendo, figlia?)
N.:Volea far un soneto, ché sun straca de voltarmi in questo benedecto leto (Volevo fare un sonnellino, perché sono stanca di rigirarmi in questo benedetto letto)
A.:Ti xè in leto, e mi nel fuogo che me consuma (Tu sei a letto, e io nel fuoco che mi consuma)
N.:Che disèu de fuogo? (Che dite del fuoco?)
A.:Le mie carne brùsciano. Moro de doia. (Il mio corpo brucia. Muoio di dolore)
N.:Aveu frèbe? lassème un puoco tocar (Avete la febbre? Lasciatemi un po' toccare)
A.:La frebe xè qua entro, nel cuor (La febbre è qui dentro, nel cuore)

(tratto da La venexiana, anonimo, atto 1)
Che ve ne pare?

roby io sto in un laboratorio teatrale dove facciamo dei testi originali scritti da alcuni stessi attori non propio in dialetto stretta ma con una marcata tendenza dialettale, penso che sia una cosa buona soprattutto per avvicinarsi anche alle propie tradizioni...

Bello! Mi piace l'idea di un laboratorio teatrale dove oltre all'interpretazione ci si interessa anche alla cultura tradizionale del nostro Paese! Anche io sono nel gruppo di teatro della mia scuola, ma ci dedichiamo a spettacoli un po' più... particolari. XD Diciamo che sono spettacoli che NON necessariamente mandano a casa contenti gli spettatori. XD

(non avevo visto questa bella risposta in questo bel post...) In che senso un po' particolari e perchè potrebbero non piacere??? Parlano di argomementi "scottanti"???

Disinfinito Cinque ha scritto:

(non avevo visto questa bella risposta in questo bel post...) In che senso un po' particolari e perchè potrebbero non piacere??? Parlano di argomementi "scottanti"???

Ahahahah no!!! XD
uhm... come dire...? Intanto diciamo che uno spettacolo è frutto di più testi, quindi c'è un bel lavoro di partenza su testi e autori (che mi piace tantissimo!).
Non sempre la recitazione è quella "standard"... ad esempio l'anno scorso, nello spettacolo "Nel paese dei ciechi" ognuno di noi aveva il suo particolare modo di parlare (semi-cantato, stridulo, con modificazione di parole...) e poi tutto il tempo eravamo ad occhi chiusi!
Quest'anno abbiamo fatto "2031-Calderone, un sogno liberamente ispirato" e qui c'erano davvero tanti autori. Era uno spettacolo di "attualità" (con qualche spunto politico).
Gli spettatori potrebbero non andare a casa contenti perché c'erano scene forti in tutti gli spettacoli... ad esempio l'anno scorso il protagonista si toglieva gli occhi (teatralmente! XD) e quest'anno venivamo picchiati brutalmente (quasi sempre teatralmente XD). Più di qualcuno ci ha detto che non riusciva a guardare mentre ci pestavano.
Qualcuno ci ha chiesto se non preferiremmo fare un teatro un po' più tradizionale... personalmente no, perché c'è un lavoro di ricerca (in noi e nel pezzo teatrale) e di sperimentazione che mi affascina. In fondo, è uno degli aspetti che mi piace di più anche nella scrittura: la possibilità, praticamente infinita, di sperimentare e di costruire con le parole.