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MessaggioTitolo: Re: Caffè filosofico   Caffè filosofico - Pagina 4 EmptyDom Gen 27, 2013 4:26 pm

Io sono contro la pena di morte, anche se ci sono dei reati estremamente gravi (violenze e in generale quelli che rovinano l'equilibrio psicologico e psicofisico della vittima) per i quali dovrebbero esserci delle punizioni esemplari, e per i quali, a mio parere, una semplice rieducazione non è sufficiente.
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MessaggioTitolo: Re: Caffè filosofico   Caffè filosofico - Pagina 4 EmptyDom Gen 27, 2013 7:11 pm

rma.roby ha scritto:
Io sono contro la pena di morte, anche se ci sono dei reati estremamente gravi (violenze e in generale quelli che rovinano l'equilibrio psicologico e psicofisico della vittima) per i quali dovrebbero esserci delle punizioni esemplari, e per i quali, a mio parere, una semplice rieducazione non è sufficiente.


Capito, a che tipo di pena ti riferisci?
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MessaggioTitolo: Re: Caffè filosofico   Caffè filosofico - Pagina 4 EmptyLun Gen 28, 2013 1:57 pm

Con "esemplari" intendo dire che dovrebbero essere un esempio, un mezzo per spiegare l'atrocità dell'azione compiuta. Un notevole aiuto alla questione potrebbe venire dalla società, che a mio avviso dovrebbe guardare a certi reati come un occasione per interrogarsi, piuttosto che farli diventare casi mediatici.
Ti rispondo così, senza definire dettagliatamente le pene, il che non è compito mio...
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MessaggioTitolo: Re: Caffè filosofico   Caffè filosofico - Pagina 4 EmptyLun Gen 28, 2013 2:26 pm

rma.roby ha scritto:
Con "esemplari" intendo dire che dovrebbero essere un esempio, un mezzo per spiegare l'atrocità dell'azione compiuta. Un notevole aiuto alla questione potrebbe venire dalla società, che a mio avviso dovrebbe guardare a certi reati come un occasione per interrogarsi, piuttosto che farli diventare casi mediatici.
Ti rispondo così, senza definire dettagliatamente le pene, il che non è compito mio...

Ho capito, grazie per avermi chiarito le idee ^^
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MessaggioTitolo: Re: Caffè filosofico   Caffè filosofico - Pagina 4 EmptyMar Feb 12, 2013 12:00 pm

Entrando nei meccanismi di filosofia che riguardano la pena di morte, diciamo che nella storia non sempre si è posto il problema, anzi per tanti secoli la pena di morte rimaneva normalissima. A difendere questa tesi c'è il grande Platone: "la pena deve avere lo scopo di rendere migliore e se si dimostra che il delinquente è incurabile, la morte sarà per lui il minore dei mali." Sostiene anche che i responsabili di omicidi volontari devono “necessariamente pagare la pena naturale cioè patire ciò che hanno fatto.” Quest'ultimo è un principio del contraccambio!

Dunque la pena di morte, secondo platone, si concretizza quando l'omicida patisce di ciò che ha fatto lui stesso e dunque non può fare altro che morire.

Come vi pare questo principio?
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MessaggioTitolo: Re: Caffè filosofico   Caffè filosofico - Pagina 4 EmptyGio Feb 14, 2013 4:08 pm

Mi sembra assolutamente cinico.
Supponi per un attimo che venga condannato un uomo, il quale in realtà non ha commesso nessun omicidio. La sentenza viene eseguita e dopo qualche mese si rendono conto di aver sbagliato. Al vero colpevole che pena bisognerebbe infliggere? Doppia pena di morte?
Per quanto riguarda il resto, cito una frase di Gandhi.

Citazione :
Occhio per occhio... e il mondo diventa cieco

Se si usasse il principio del contraccambio, avremmo il doppio degli orrori e delle violenze che ci sono ora. Personalmente, ritengo che ce ne siano già abbastanza...
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MessaggioTitolo: Re: Caffè filosofico   Caffè filosofico - Pagina 4 EmptyGio Feb 14, 2013 6:11 pm

mmh... riguardo la citazione di Platone:
1) Come può la pena di morte rendere migliori (se questo è lo scopo della pena)?
2) "la morte sarà per lui il minore dei mali". Ammettiamo che il rimorso, il senso di colpa ecc. rendano impossibile la vita del colpevole... ammettiamo anche che la morte sia davvero per lui il minore dei mali... ma chi formula e chi esegue la condanna, non saranno a loro volta responsabili della morte di una persona? Non si viene così a creare un circolo vizioso?
3) "e se si dimostra che il delinquente è incurabile". Intanto bisogna essere sicuri della reale colpevolezza, poi come si può "diagnosticare" l'incurabilità del delinquente? Comunque, ammesso che la dimostrazione sia inequivocabile, a questo punto la morte sarebbe per lui, come dice lo stesso Platone, il minore dei mali. Pertanto, restano infinite altre pene da prendere in considerazione.

Questo secondo me, aspetto confutazioni! Very Happy
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MessaggioTitolo: Re: Caffè filosofico   Caffè filosofico - Pagina 4 EmptyGio Feb 14, 2013 7:01 pm

Scusate se non intervengo come si deve, ma sono impegnata e ho il tempo giusto di dire qualcosa dopo aver visto il nome di Platone citato (proprio oggi la prof l'ha spiegato):
State parlando della pena di morte, giusto? Beh, consideriamo anche che Platone ha voluto difendere il suo maestro, Socrate, condannato ingiustamente per motivi reali politici e occasionali di empietà. Ora, secondo voi Platone avrebbe formulato lo stesso pensiero se Socrate non fosse stato condannato a morte? Avrebbe espresso lo stesso giudizio "imparziale" nei confronti della pena di morte?
Se sono andata OT o se ho interpretato male il senso del vostro discorso ditemelo, ché vado a sotterrarmi per la gaffe xD
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MessaggioTitolo: Re: Caffè filosofico   Caffè filosofico - Pagina 4 EmptyGio Feb 14, 2013 7:31 pm

Simona 2.0 ha scritto:
Scusate se non intervengo come si deve, ma sono impegnata e ho il tempo giusto di dire qualcosa dopo aver visto il nome di Platone citato (proprio oggi la prof l'ha spiegato):
State parlando della pena di morte, giusto? Beh, consideriamo anche che Platone ha voluto difendere il suo maestro, Socrate, condannato ingiustamente per motivi reali politici e occasionali di empietà. Ora, secondo voi Platone avrebbe formulato lo stesso pensiero se Socrate non fosse stato condannato a morte? Avrebbe espresso lo stesso giudizio "imparziale" nei confronti della pena di morte?
Se sono andata OT o se ho interpretato male il senso del vostro discorso ditemelo, ché vado a sotterrarmi per la gaffe xD
Non penso tu sia andata OT Very Happy La questione che poni è decisamente interessante e delicata. Ricordo con piacere la spiegazione di Platone che ho ascoltato a scuola l'anno scorso. Il mio prof diceva che negli scritti di Platone si fa fatica a distinguere il Socrate "storico" dal Socrate platonico. Tutto questo per dire che Platone è molto legato a Socrate. Quindi... la vicenda di Socrate ha influenzato il pensiero del suo discepolo? Può essere.
Talvolta è difficile individuare il confine tra pensiero "personale" e pensiero filosofico. Direi che la differenza sta nel fatto che quello filosofico è giustificato razionalmente. Certo, può essere ispirato o derivato da esperienze private, ma quando è logos (parola che si impone con la forza della ragione) poco conta da cosa è stato pensato...
...ti rispondo così, anche se sarebbe sicuramente interessante indagare il legame tra i due filosofi. Very Happy
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MessaggioTitolo: Re: Caffè filosofico   Caffè filosofico - Pagina 4 EmptySab Feb 16, 2013 9:40 pm

rma.roby ha scritto:
Simona 2.0 ha scritto:
Scusate se non intervengo come si deve, ma sono impegnata e ho il tempo giusto di dire qualcosa dopo aver visto il nome di Platone citato (proprio oggi la prof l'ha spiegato):
State parlando della pena di morte, giusto? Beh, consideriamo anche che Platone ha voluto difendere il suo maestro, Socrate, condannato ingiustamente per motivi reali politici e occasionali di empietà. Ora, secondo voi Platone avrebbe formulato lo stesso pensiero se Socrate non fosse stato condannato a morte? Avrebbe espresso lo stesso giudizio "imparziale" nei confronti della pena di morte?
Se sono andata OT o se ho interpretato male il senso del vostro discorso ditemelo, ché vado a sotterrarmi per la gaffe xD
Non penso tu sia andata OT Very Happy La questione che poni è decisamente interessante e delicata. Ricordo con piacere la spiegazione di Platone che ho ascoltato a scuola l'anno scorso. Il mio prof diceva che negli scritti di Platone si fa fatica a distinguere il Socrate "storico" dal Socrate platonico. Tutto questo per dire che Platone è molto legato a Socrate. Quindi... la vicenda di Socrate ha influenzato il pensiero del suo discepolo? Può essere.
Talvolta è difficile individuare il confine tra pensiero "personale" e pensiero filosofico. Direi che la differenza sta nel fatto che quello filosofico è giustificato razionalmente. Certo, può essere ispirato o derivato da esperienze private, ma quando è logos (parola che si impone con la forza della ragione) poco conta da cosa è stato pensato...
...ti rispondo così, anche se sarebbe sicuramente interessante indagare il legame tra i due filosofi. Very Happy
Non per niente molti considerano Platone un po' l'alter ego di Socrate Smile
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MessaggioTitolo: Re: Caffè filosofico   Caffè filosofico - Pagina 4 EmptySab Feb 16, 2013 9:48 pm

rma.roby ha scritto:
2) "la morte sarà per lui il minore dei mali". Ammettiamo che il rimorso, il senso di colpa ecc. rendano impossibile la vita del colpevole... ammettiamo anche che la morte sia davvero per lui il minore dei mali... ma chi formula e chi esegue la condanna, non saranno a loro volta responsabili della morte di una persona? Non si viene così a creare un circolo vizioso?
Se con questa frase ti riferisci a Socrate, beh, lui preferiva la morte all'esilio... aveva sempre vissuto ad Atene, e sapeva che se avesse accettato l'esilio, sicuramente avrebbe continuato ad insegnare secondo il suo metodo, sarebbe stato di nuovo condannato ecc... Invece, accettando la morte, aveva almeno la speranza di poter divulgare il proprio metodo nell'aldilà...
Ricordiamoci inoltre che lui aveva la possibilità di cavarsela con il pagamento di una somma, ma già che c'era non ha frenato la lingua e ha accusato il tribunale e i politici... insomma, si è scavato la fossa con le sue mani, ma sapeva a cosa sarebbe andato incontro.
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MessaggioTitolo: Re: Caffè filosofico   Caffè filosofico - Pagina 4 EmptyDom Feb 17, 2013 2:08 pm

La frase citata da Semidio si riferisce solo ai criminali incurabili. Cosa intende Platone per incurabile? E da qui ad una domanda più ampia: chi è il criminale? Colui che fa del male. Ma chi fa male è malvagio o ignorante (come sosteneva Socrate)?
Platone ritiene che nell'agire è determinante la volontà. Il male è dunque un difetto della volontà.
L'azione che procura il male nasce da un rapporto conflittuale fra l'impulso irrazionale e la coscienza razionale. L'uomo può quindi fare del male pur sapendo di compiere un'azione negativa: la volontà che soccombe di fronte all'impulso irrazionale.
Il "fare male" per Platone non è soltanto nocivo ma anche colpevole, in quanto è una scelta consapevole fra ragione e impulso. Ed è proprio per questo che vi è la pena. Platone nel Gorgia scrive:

"chi cade in peccato deve essere punito, e questo, dopo l'essere giusti, è il secondo bene: diventare giusti pagando alla giustizia il proprio debito"

Da qui un'altra domanda: cos'è la giustizia per Platone?
La condizione necessaria per la nascita e la vita dello Stato. Ed è qui la risposta: la vita dello Stato, per questo vengono eliminati coloro la cui volontà crea danno.

Il concetto di giustizia degli antichi greci si basava su tre "dei". Già il fatto che esistessero delle entità a protezione e a rappresentazione della giustizia, simboleggia quanto questa fosse rispettata e, in un certo senso, temuta.

Ad ogni modo i nomi sono (citando Galimberti): Themis (titano), Dike, Nomos.

Themis letteralmente significa "dare un fondamento" o "regola stabilita dagli dei". Themis era la prima sposa di Zeus nonchè madre delle Ore, di Eunomia, di Dike e di Eirene. Di entità che distinguono il tempo, la buona amministrazione, la giustizia e la pace.
Dike è la personificazione del diritto, del costume. Sia Dike che Themis "devono essere salvaguardate da Nomos: agli inizi una procedura occasionale che stabilisce come si deve "procedere" per assegnare a ciascuno la sua parte; la procedura si ispira a "usanza, consuetudine, costume"; col tempo, diventerà "legge scritta"".

Quindi, per quanto alcuni pensino che la pena capitale nell'antica Grecia fosse solo legata al concetto di vendetta, all'exemplum che l'uccisione del criminale poteva dare ai cittadini, è, secondo me, collegata alla concezione di giustizia a sua volta strettamente legata al concetto della "vita dello Stato".

Bisogna inoltre considerare la società della quale stiamo parlando: una società che si vergognava, letteralmente, se non aderiva ai modelli positivi di comportamento del cittadino. Una vergogna che si trasferiva sia sul piano psicologico del "non appartengo a" ed in secondo luogo anche sul piano sociale, il soggetto veniva infatti emarginato ed allontanato.
Queste regole erano assimilate tramite due modi: il popolo e l'arte (intesa come poesia, teatro etcetc), che rappresentava il veicolo di comunicazione dei valori del popolo greco quindi uno strumento di formazione, basta solo pensare a tutti i valori proposti dalle opere di Omero.

Per ricollegarmi al tema della volontà espresso da Platone, parlerò anche della legge di Dracone sull’omicidio. Questo infatti sanzionava l'omicidio in base all'atteggiarsi della volontà del colpevole. Lo Stato, qui ebbe una grossa trasformazione infatti questo diventò l'unico a poter usare questa forza per proteggersi (prima vi era una sorta di vendetta privata da parte della famiglia).

Era quindi un controllo sociale finalizzato alla salvaguardia del popolo, se capite questo potete comprendere anche il perchè della pena di morte.
E' ovvio che in una società individualista come la nostra, la dignità umana, il diritto alla vita e la salvaguardia di quest'ultimo, in alcuni paesi (non tutti ovviamente), hanno avuto la meglio andandosi a sostituire ai valori precedenti.

Concluso questo enorme polpettone (chiedo scusa), che ho cercato di striminzire, si può anche discutere di una frase greca applicata alla società moderna, ma bisogna sempre considerare l'epoca, l'autore e la cultura e tradizione che ha alle spalle.

Detto questo propongo io un argomento che si può trattare da diverse angolazioni: vendetta. Speak your mind.
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MessaggioTitolo: Re: Caffè filosofico   Caffè filosofico - Pagina 4 EmptyDom Feb 17, 2013 2:11 pm

Simona 2.0 ha scritto:
rma.roby ha scritto:
2) "la morte sarà per lui il minore dei mali". Ammettiamo che il rimorso, il senso di colpa ecc. rendano impossibile la vita del colpevole... ammettiamo anche che la morte sia davvero per lui il minore dei mali... ma chi formula e chi esegue la condanna, non saranno a loro volta responsabili della morte di una persona? Non si viene così a creare un circolo vizioso?
Se con questa frase ti riferisci a Socrate, beh, lui preferiva la morte all'esilio... aveva sempre vissuto ad Atene, e sapeva che se avesse accettato l'esilio, sicuramente avrebbe continuato ad insegnare secondo il suo metodo, sarebbe stato di nuovo condannato ecc... Invece, accettando la morte, aveva almeno la speranza di poter divulgare il proprio metodo nell'aldilà...
Ricordiamoci inoltre che lui aveva la possibilità di cavarsela con il pagamento di una somma, ma già che c'era non ha frenato la lingua e ha accusato il tribunale e i politici... insomma, si è scavato la fossa con le sue mani, ma sapeva a cosa sarebbe andato incontro.
Gli amici di Socrate cercano di convincerlo a scappare dicendogli che:
-essendo ricchi, se non lo aiutano a scappare saranno accusati di essere avari.
-se muore, non potrà educare i suoi figli (e lo rimproverano per questo)
-avendo la possibilità di scappare, non ha senso restare e morire
Come risposta, Socrate fa una personificazione delle leggi della città (ricordiamo che al tempo di Socrate valeva l'uguaglianza uomo=cittadino) e giunge alla conclusione che deve restare e andare incontro al suo destino (mi sembra che l'avevo già scritto qualche post fa, sempre parlando della pena di morte...XD)
Per quanto riguarda il fatto che abbia accusato il tribunale: Socrate ha scelto di difendersi da solo, perché accettare l'intervento di un avvocato (che avrebbe potuto persuadere con parole false) sarebbe stato come andare contro i suoi principi.
Sinceramente non sapevo quella di continuare a divulgare il metodo nell'aldilà... io sapevo che quando i suoi amici gli chiedono perché è così calmo davanti alla morte evidente, lui risponde:
-se morte=luogo in cui si ritrovano le anime: è un onore incontrare le grandi personalità.
-se morte=lungo sonno: pensa quante notti trascorri in un lungo sonno e quante, invece, in un sonno agitato. Un lungo sonno è molto più raro e quindidi valore. Very Happy
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MessaggioTitolo: Re: Caffè filosofico   Caffè filosofico - Pagina 4 EmptyDom Feb 17, 2013 3:15 pm

Simona 2.0 ha scritto:

Non per niente molti considerano Platone un po' l'alter ego di Socrate Smile

Alt alt alt. Andiamoci piano. Sbagliato. Al limite Platone è l'interpretazione di Socrate, il suo tramite, soprattutto grazie al quale possiamo conoscere la gran parte delle teorie socratiche, poi da lui approfondite e perseguite.


Comunque c'è un'altra cosa carina riguardo la morte di Socrate.

Prima di farsi il famoso cicchetto, chiese di sacrificare un gallo al dio della Medicina che ora non ricordo come si chiami (Esculapio?). Per lui la morte era anche guarigione.
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MessaggioTitolo: Re: Caffè filosofico   Caffè filosofico - Pagina 4 EmptyDom Feb 17, 2013 3:23 pm

phos. ha scritto:
Simona 2.0 ha scritto:

Non per niente molti considerano Platone un po' l'alter ego di Socrate Smile

Alt alt alt. Andiamoci piano. Sbagliato. Al limite Platone è l'interpretazione di Socrate, il suo tramite, soprattutto grazie al quale possiamo conoscere la gran parte delle teorie socratiche, poi da lui approfondite e perseguite.


Comunque c'è un'altra cosa carina riguardo la morte di Socrate.

Prima di farsi il famoso cicchetto, chiese di sacrificare un gallo al dio della Medicina che ora non ricordo come si chiami (Esculapio?). Per lui la morte era anche guarigione.

sì sì... non mi ricordo in che opera, però si legge che i suoi discepoli gli erano vicino e gli hanno chiesto le sue ultime parole. Ha risposto: "Ricordatevi che dobbiamo un gallo a (non ricordo il nome, ma mi pare sia quello che hai detto tu)" Very Happy
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MessaggioTitolo: Re: Caffè filosofico   Caffè filosofico - Pagina 4 EmptyDom Feb 17, 2013 3:54 pm

phos. ha scritto:
Simona 2.0 ha scritto:

Non per niente molti considerano Platone un po' l'alter ego di Socrate Smile

Alt alt alt. Andiamoci piano. Sbagliato. Al limite Platone è l'interpretazione di Socrate, il suo tramite, soprattutto grazie al quale possiamo conoscere la gran parte delle teorie socratiche, poi da lui approfondite e perseguite.


Comunque c'è un'altra cosa carina riguardo la morte di Socrate.

Prima di farsi il famoso cicchetto, chiese di sacrificare un gallo al dio della Medicina che ora non ricordo come si chiami (Esculapio?). Per lui la morte era anche guarigione.
Il Dio della medicina non era Apollo? ò.ò Comunque sì, mi ricordo di questo tale Esculapio xD
Ad ogni modo "Platone è considerato l'alter ego di Socrate" è un'affermazione della mia prof di filo affraid Bhò vabbè, vorrà dire che me ne ricorderò solo durante l'interrogazione Rolling Eyes xD
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MessaggioTitolo: Re: Caffè filosofico   Caffè filosofico - Pagina 4 EmptyMar Feb 19, 2013 5:57 pm

Hoppipolla ha scritto:
La frase citata da Semidio si riferisce solo ai criminali incurabili. Cosa intende Platone per incurabile? E da qui ad una domanda più ampia: chi è il criminale? Colui che fa del male. Ma chi fa male è malvagio o ignorante (come sosteneva Socrate)?
Platone ritiene che nell'agire è determinante la volontà. Il male è dunque un difetto della volontà.
L'azione che procura il male nasce da un rapporto conflittuale fra l'impulso irrazionale e la coscienza razionale. L'uomo può quindi fare del male pur sapendo di compiere un'azione negativa: la volontà che soccombe di fronte all'impulso irrazionale.
Il "fare male" per Platone non è soltanto nocivo ma anche colpevole, in quanto è una scelta consapevole fra ragione e impulso. Ed è proprio per questo che vi è la pena. Platone nel Gorgia scrive:

"chi cade in peccato deve essere punito, e questo, dopo l'essere giusti, è il secondo bene: diventare giusti pagando alla giustizia il proprio debito"

Da qui un'altra domanda: cos'è la giustizia per Platone?
La condizione necessaria per la nascita e la vita dello Stato. Ed è qui la risposta: la vita dello Stato, per questo vengono eliminati coloro la cui volontà crea danno.

Il concetto di giustizia degli antichi greci si basava su tre "dei". Già il fatto che esistessero delle entità a protezione e a rappresentazione della giustizia, simboleggia quanto questa fosse rispettata e, in un certo senso, temuta.

Ad ogni modo i nomi sono (citando Galimberti): Themis (titano), Dike, Nomos.

Themis letteralmente significa "dare un fondamento" o "regola stabilita dagli dei". Themis era la prima sposa di Zeus nonchè madre delle Ore, di Eunomia, di Dike e di Eirene. Di entità che distinguono il tempo, la buona amministrazione, la giustizia e la pace.
Dike è la personificazione del diritto, del costume. Sia Dike che Themis "devono essere salvaguardate da Nomos: agli inizi una procedura occasionale che stabilisce come si deve "procedere" per assegnare a ciascuno la sua parte; la procedura si ispira a "usanza, consuetudine, costume"; col tempo, diventerà "legge scritta"".

Quindi, per quanto alcuni pensino che la pena capitale nell'antica Grecia fosse solo legata al concetto di vendetta, all'exemplum che l'uccisione del criminale poteva dare ai cittadini, è, secondo me, collegata alla concezione di giustizia a sua volta strettamente legata al concetto della "vita dello Stato".

Bisogna inoltre considerare la società della quale stiamo parlando: una società che si vergognava, letteralmente, se non aderiva ai modelli positivi di comportamento del cittadino. Una vergogna che si trasferiva sia sul piano psicologico del "non appartengo a" ed in secondo luogo anche sul piano sociale, il soggetto veniva infatti emarginato ed allontanato.
Queste regole erano assimilate tramite due modi: il popolo e l'arte (intesa come poesia, teatro etcetc), che rappresentava il veicolo di comunicazione dei valori del popolo greco quindi uno strumento di formazione, basta solo pensare a tutti i valori proposti dalle opere di Omero.

Per ricollegarmi al tema della volontà espresso da Platone, parlerò anche della legge di Dracone sull’omicidio. Questo infatti sanzionava l'omicidio in base all'atteggiarsi della volontà del colpevole. Lo Stato, qui ebbe una grossa trasformazione infatti questo diventò l'unico a poter usare questa forza per proteggersi (prima vi era una sorta di vendetta privata da parte della famiglia).

Era quindi un controllo sociale finalizzato alla salvaguardia del popolo, se capite questo potete comprendere anche il perchè della pena di morte.
E' ovvio che in una società individualista come la nostra, la dignità umana, il diritto alla vita e la salvaguardia di quest'ultimo, in alcuni paesi (non tutti ovviamente), hanno avuto la meglio andandosi a sostituire ai valori precedenti.

Concluso questo enorme polpettone (chiedo scusa), che ho cercato di striminzire, si può anche discutere di una frase greca applicata alla società moderna, ma bisogna sempre considerare l'epoca, l'autore e la cultura e tradizione che ha alle spalle.

Detto questo propongo io un argomento che si può trattare da diverse angolazioni: vendetta. Speak your mind.

Vendeta, vendetta... mmh, sì, si può trattare da diverse angolazioni.
Inizio da un pensiero che mi è venuto.
Cerchiamo vendetta quando soffriamo o siamo arrabbiati per qualcosa.
Domanda: cerchiamo sempre vendetta? Direi di no, in alcuni casi capiamo la situazione e non pensiamo a vendicarci. Ma allora, quali sono questi casi?
Azzardo una risposta che sinceramente non convince del tutto neanche me: potrebbe essere che non cerchiamo vendetta quando sappiamo di essere nel giusto? Chi è nel giusto si rende conto di quello che fa e deve accettare le conseguenze. Chi accetta le conseguenze non cerca vendetta.
Chi non è sicuro delle sue azioni cerca una sorta di conferma tentando di prevalere sugli altri (cercando, appunto, vendetta).
Che ne pensate? Very Happy
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MessaggioTitolo: Re: Caffè filosofico   Caffè filosofico - Pagina 4 EmptyVen Feb 22, 2013 7:53 pm

rma.roby ha scritto:
Vendeta, vendetta... mmh, sì, si può trattare da diverse angolazioni.
Inizio da un pensiero che mi è venuto.
Cerchiamo vendetta quando soffriamo o siamo arrabbiati per qualcosa.
Domanda: cerchiamo sempre vendetta? Direi di no, in alcuni casi capiamo la situazione e non pensiamo a vendicarci. Ma allora, quali sono questi casi?
Azzardo una risposta che sinceramente non convince del tutto neanche me: potrebbe essere che non cerchiamo vendetta quando sappiamo di essere nel giusto? Chi è nel giusto si rende conto di quello che fa e deve accettare le conseguenze. Chi accetta le conseguenze non cerca vendetta.
Chi non è sicuro delle sue azioni cerca una sorta di conferma tentando di prevalere sugli altri (cercando, appunto, vendetta).

Uhm ok, ma secondo te cos'è la vendetta? Cool
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rma.roby

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MessaggioTitolo: Re: Caffè filosofico   Caffè filosofico - Pagina 4 EmptyVen Feb 22, 2013 8:11 pm

Hoppipolla ha scritto:
rma.roby ha scritto:
Vendeta, vendetta... mmh, sì, si può trattare da diverse angolazioni.
Inizio da un pensiero che mi è venuto.
Cerchiamo vendetta quando soffriamo o siamo arrabbiati per qualcosa.
Domanda: cerchiamo sempre vendetta? Direi di no, in alcuni casi capiamo la situazione e non pensiamo a vendicarci. Ma allora, quali sono questi casi?
Azzardo una risposta che sinceramente non convince del tutto neanche me: potrebbe essere che non cerchiamo vendetta quando sappiamo di essere nel giusto? Chi è nel giusto si rende conto di quello che fa e deve accettare le conseguenze. Chi accetta le conseguenze non cerca vendetta.
Chi non è sicuro delle sue azioni cerca una sorta di conferma tentando di prevalere sugli altri (cercando, appunto, vendetta).

Uhm ok, ma secondo te cos'è la vendetta? Cool

Cos'è la vendetta? Una persona cerca vendetta quando ha subito un torto. Oppure per vendicare una persona a lui/lei cara. Si potrebbe definire come un tentativo di fare giustizia, senza aspettare la giustizia. Però c'è gente che si vendica per sottomettere gli altri, manifestare il suo controllo e il suo potere su altre persone. Può andare bene come definizione? Very Happy Di sicuro non basta, ma per ora mi viene in mente questo. Very Happy
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semidio

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MessaggioTitolo: Re: Caffè filosofico   Caffè filosofico - Pagina 4 EmptyMar Mar 05, 2013 7:04 pm

La vendetta è un concetto molto alto e basso allo stesso tempo. In generale solo gli umani sono in grado di concepire questa sensazione per la quale la rabbia può vorticarti fino al cervello, fino alle mani viste come mezzi di violenza. Dunque la vendetta può essere la violenza? Forse quest'ultima è una delle più basse manifestazioni umane: i denti stretti e i pugni senza controllo. Una rabbia smisurata che l'uomo non è in grado di incanalare in nient'altro che la vendetta e la violenza. Un torto, un amore rubato e così via sono così importanti per regredire alla forma bestiale che tutti possediamo; forse è meglio possedere l'amor proprio, dal mio punto di vista. La vendetta però non conosce solo la violenza più semplice, bensì anche quella delle grandi battaglie, titanici sconti tra nazioni sospinte dal desiderio nato dalla rabbia, dalla invidia e così via. Disastri su disastri, la vendetta non va assolutamente seguita, va colmata con le soddisfazioni personali e il proprio cammino che deve oscurare la caducità della nostra anima tanto debole.
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MessaggioTitolo: Re: Caffè filosofico   Caffè filosofico - Pagina 4 EmptyMar Mar 05, 2013 8:51 pm

rma.roby ha scritto:
Hoppipolla ha scritto:
rma.roby ha scritto:
Vendeta, vendetta... mmh, sì, si può trattare da diverse angolazioni.
Inizio da un pensiero che mi è venuto.
Cerchiamo vendetta quando soffriamo o siamo arrabbiati per qualcosa.
Domanda: cerchiamo sempre vendetta? Direi di no, in alcuni casi capiamo la situazione e non pensiamo a vendicarci. Ma allora, quali sono questi casi?
Azzardo una risposta che sinceramente non convince del tutto neanche me: potrebbe essere che non cerchiamo vendetta quando sappiamo di essere nel giusto? Chi è nel giusto si rende conto di quello che fa e deve accettare le conseguenze. Chi accetta le conseguenze non cerca vendetta.
Chi non è sicuro delle sue azioni cerca una sorta di conferma tentando di prevalere sugli altri (cercando, appunto, vendetta).

Uhm ok, ma secondo te cos'è la vendetta? Cool

Cos'è la vendetta? Una persona cerca vendetta quando ha subito un torto. Oppure per vendicare una persona a lui/lei cara. Si potrebbe definire come un tentativo di fare giustizia, senza aspettare la giustizia. Però c'è gente che si vendica per sottomettere gli altri, manifestare il suo controllo e il suo potere su altre persone. Può andare bene come definizione? Very Happy Di sicuro non basta, ma per ora mi viene in mente questo. Very Happy
Non mi è chiaro il concetto di 'vendetta per sottomettere gli altri': puoi spiegarti meglio?

semidio ha scritto:
La vendetta è un concetto molto alto e basso allo stesso tempo. In generale solo gli umani sono in grado di concepire questa sensazione per la quale la rabbia può vorticarti fino al cervello, fino alle mani viste come mezzi di violenza. Dunque la vendetta può essere la violenza? Forse quest'ultima è una delle più basse manifestazioni umane: i denti stretti e i pugni senza controllo. Una rabbia smisurata che l'uomo non è in grado di incanalare in nient'altro che la vendetta e la violenza. Un torto, un amore rubato e così via sono così importanti per regredire alla forma bestiale che tutti possediamo; forse è meglio possedere l'amor proprio, dal mio punto di vista. La vendetta però non conosce solo la violenza più semplice, bensì anche quella delle grandi battaglie, titanici sconti tra nazioni sospinte dal desiderio nato dalla rabbia, dalla invidia e così via. Disastri su disastri, la vendetta non va assolutamente seguita, va colmata con le soddisfazioni personali e il proprio cammino che deve oscurare la caducità della nostra anima tanto debole.
per citare la mia prof di italiano quando coglie qualcuna impreparata: "Ci giri tanto intorno con parole elevate ma non si capisce quello che vuoi. Mi sembrerebbe azzardato darti la sufficienza."


Da parte mia, mi sento quasi all'oscuro di questo sentimento. La vendetta, dico.
Pensando a questa, mi verrebbe in mente un film, o tutt'al più una fiaba, un fumetto: batman che per vendicarsi del criminale che uccise i suoi genitori diventa un supereroe.
D'altra parte io non perdono mai, una volta che perdo fiducia in qualcuno è finita, non c'è verso che questi la riconquisti. Sono dunque una persona vendicativa, forse.
Eppure non picchio nessuno, in aperto disaccordo con semidio.
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MessaggioTitolo: Re: Caffè filosofico   Caffè filosofico - Pagina 4 EmptyMar Mar 05, 2013 10:07 pm

betsy* ha scritto:
rma.roby ha scritto:
Hoppipolla ha scritto:
rma.roby ha scritto:
Vendeta, vendetta... mmh, sì, si può trattare da diverse angolazioni.
Inizio da un pensiero che mi è venuto.
Cerchiamo vendetta quando soffriamo o siamo arrabbiati per qualcosa.
Domanda: cerchiamo sempre vendetta? Direi di no, in alcuni casi capiamo la situazione e non pensiamo a vendicarci. Ma allora, quali sono questi casi?
Azzardo una risposta che sinceramente non convince del tutto neanche me: potrebbe essere che non cerchiamo vendetta quando sappiamo di essere nel giusto? Chi è nel giusto si rende conto di quello che fa e deve accettare le conseguenze. Chi accetta le conseguenze non cerca vendetta.
Chi non è sicuro delle sue azioni cerca una sorta di conferma tentando di prevalere sugli altri (cercando, appunto, vendetta).

Uhm ok, ma secondo te cos'è la vendetta? Cool

Cos'è la vendetta? Una persona cerca vendetta quando ha subito un torto. Oppure per vendicare una persona a lui/lei cara. Si potrebbe definire come un tentativo di fare giustizia, senza aspettare la giustizia. Però c'è gente che si vendica per sottomettere gli altri, manifestare il suo controllo e il suo potere su altre persone. Può andare bene come definizione? Very Happy Di sicuro non basta, ma per ora mi viene in mente questo. Very Happy
Non mi è chiaro il concetto di 'vendetta per sottomettere gli altri': puoi spiegarti meglio?

semidio ha scritto:
La vendetta è un concetto molto alto e basso allo stesso tempo. In generale solo gli umani sono in grado di concepire questa sensazione per la quale la rabbia può vorticarti fino al cervello, fino alle mani viste come mezzi di violenza. Dunque la vendetta può essere la violenza? Forse quest'ultima è una delle più basse manifestazioni umane: i denti stretti e i pugni senza controllo. Una rabbia smisurata che l'uomo non è in grado di incanalare in nient'altro che la vendetta e la violenza. Un torto, un amore rubato e così via sono così importanti per regredire alla forma bestiale che tutti possediamo; forse è meglio possedere l'amor proprio, dal mio punto di vista. La vendetta però non conosce solo la violenza più semplice, bensì anche quella delle grandi battaglie, titanici sconti tra nazioni sospinte dal desiderio nato dalla rabbia, dalla invidia e così via. Disastri su disastri, la vendetta non va assolutamente seguita, va colmata con le soddisfazioni personali e il proprio cammino che deve oscurare la caducità della nostra anima tanto debole.
per citare la mia prof di italiano quando coglie qualcuna impreparata: "Ci giri tanto intorno con parole elevate ma non si capisce quello che vuoi. Mi sembrerebbe azzardato darti la sufficienza."


Da parte mia, mi sento quasi all'oscuro di questo sentimento. La vendetta, dico.
Pensando a questa, mi verrebbe in mente un film, o tutt'al più una fiaba, un fumetto: batman che per vendicarsi del criminale che uccise i suoi genitori diventa un supereroe.
D'altra parte io non perdono mai, una volta che perdo fiducia in qualcuno è finita, non c'è verso che questi la riconquisti. Sono dunque una persona vendicativa, forse.
Eppure non picchio nessuno, in aperto disaccordo con semidio.

Se non hai colto il significato alla base delle mie parole prova a rileggerlo qualche volta Smile
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MessaggioTitolo: Re: Caffè filosofico   Caffè filosofico - Pagina 4 EmptyMer Mar 06, 2013 2:28 pm

Siccome secondo te, Semidio, Betsy non ha compreso appieno il significato profondo delle tue parole, prova a scarnificare l'argomento e a mostrarci la base del tuo discorso, in modo che tutti possano capire.
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MessaggioTitolo: Re: Caffè filosofico   Caffè filosofico - Pagina 4 EmptyMer Mar 20, 2013 5:21 pm

Hoppipolla ha scritto:
Siccome secondo te, Semidio, Betsy non ha compreso appieno il significato profondo delle tue parole, prova a scarnificare l'argomento e a mostrarci la base del tuo discorso, in modo che tutti possano capire.
Ricito sperando che potremmo avere qualche risposta dall'altissimo Rolling Eyes
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MessaggioTitolo: Re: Caffè filosofico   Caffè filosofico - Pagina 4 EmptyMer Mar 20, 2013 8:12 pm

Credete che noi nasciamo già con le dottrine nella nostra mente e che la differenza fra ignorante e sapiente consista nel saper ricordare o meno ciò di cui il nostro cervello è stato imbevuto già alla nascita ripeto o che soltanto crescendo scopriamo e apprendiamo il mondo-le dottrine? Mi spiego:
Avete una visione aristotelica o platonica per quanto riguarda la dottrina delle idee? Very Happy
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