Sentimenti e scrittura

Senza sentimento non c'è vita, figuriamoci la scrittura!
Esempio: un mio amico non sa scrivere. Studia, studia e studia ma non riesce a prendere più della sufficienza in italiano. Mi ha chiesto di insegnargli a scrivere.
Ah! Rido di rado, ma questa volta non sono riuscita a trattenermi.
Ha studiato la tecnica, conosce gli accenti e le virgole ma...è vuoto.
Mi fa anche male dire una cosa del genere, dato che gli voglio bene.
Non riuscirà a prendere un buon voto in italiano finché non deciderà di annegare delle emozioni, di farsi schiavo dei sentimenti.
Gliel'ho detto e lui ha pensato che lo stessi prendendo in giro. Non sarà mai uno scrittore

Red_thorn ha scritto:

Senza sentimento non c'è vita, figuriamoci la scrittura!
Esempio: un mio amico non sa scrivere. Studia, studia e studia ma non riesce a prendere più della sufficienza in italiano. Mi ha chiesto di insegnargli a scrivere.
Ah! Rido di rado, ma questa volta non sono riuscita a trattenermi.
Ha studiato la tecnica, conosce gli accenti e le virgole ma...è vuoto.
Mi fa anche male dire una cosa del genere, dato che gli voglio bene.
Non riuscirà a prendere un buon voto in italiano finché non deciderà di annegare delle emozioni, di farsi schiavo dei sentimenti.
Gliel'ho detto e lui ha pensato che lo stessi prendendo in giro. Non sarà mai uno scrittore

Beh però a volte capita che anche una scrittura molto distaccata dai sentimenti risulti comunque bella o interessante,pensa agli articoli di giornale dove si cerca il più possibile di rendicondare una vicenda senza cadere in nessuna parte...

Facendo un sapiente mix degli ingredienti ho deciso che questo sembra essere il post più appropriato dove postarlo... o.ò

Forse proprio perchè la peculiarità del sentimento, come del desiderio di leggere, è il fatto di preferire. Amare vuol dire, in ultima analisi, far dono delle nostre preferenze a coloro che preferiamo. E queste preferenze condivise popolano l'invisibile cittadella della nostra libertà. Noi siamo abitati da libri e da amici.


Citazione di Daniel Pennac. Che ne pensate?

phos. ha scritto:

Facendo un sapiente mix degli ingredienti ho deciso che questo sembra essere il post più appropriato dove postarlo... o.ò

Forse proprio perchè la peculiarità del sentimento, come del desiderio di leggere, è il fatto di preferire. Amare vuol dire, in ultima analisi, far dono delle nostre preferenze a coloro che preferiamo. E queste preferenze condivise popolano l'invisibile cittadella della nostra libertà. Noi siamo abitati da libri e da amici.


Citazione di Daniel Pennac. Che ne pensate?

Dunque... per me il desiderio di leggere può essere pensato come una preferenza. Infatti, se scelgo spontaneamente di leggere è perché, per qualche motivo, preferisco quello scritto ad altre attività che potrei svolgere.
Per quanto riguarda la relazione tra amare e donare le nostre preferenze... sinceramente mi scopro un po' confusa. Appena ho letto la citazione ho pensato: "giustissimo! Che bella spiegazione!". Poi, però, riflettendoci non sono proprio convintissima. Quando amo una persona gli/le dono le mie preferenze? Nel senso che preferisco sempre ciò che riguarda questa persona ad altre occupazioni? Indubbiamente, se provo dei sentimenti per una persona ho delle preferenze per questa... mmh... voi che ne pensate? la citazione è molto interessante e cattura parecchio la mia attenzione ma su questo punto non so bene come districare i pensieri contorti che ho in questo periodo...
Sul fatto che noi siamo abitati da libri e amici... direi: sì, ma non solo.

iosono daccordo con Pennac, e lo trovo vero: faccio ciò che desidero perchè lo preferisco in quel momento, come ha detto roby, e tutto ciò che mi piace lo condivido con chi preferisco: i miei amici, mia sorella, i miei genitori... molte amicizie sono iniziate proprio così per me: la scoperta di un interesse comune e poi si è andato avanti...

rma.roby ha scritto:

myosotis ha scritto:

rma.roby ha scritto:

Domanda: ma quando un autore "crea" (non sempre è così) un personaggio ci mette tutto il suo essere, i suoi sentimenti, come diceva Disinfinito? (non ce l'ho con te, è che in questo periodo mi sto interrogando sulla relazione personaggi/autore e voglio arrivare in fondo alla discussione...)
Ok, probabilmente i personaggi sono influenzati dall'autore, ma se l'autore ci mette tutto se stesso il personaggio coincide con l'autore? Cioè, l'autore fa fare al personaggio quello che fa lui o che per qualche motivo non fa ma vorrebbe fare?

io penso che molto spesso un autore proietti nei suoi personaggio quello che non può o non riesce a essere, poi ovviamente dipende molto dalle storie e da tante altre cose messe insieme ma comunque credo che un personaggio non si allontani mai del tutto dall'autore dal genere "la foglia non cade mai lontana dall'albero"(non so se il proverbio sia proprio così..xD)

Rivolgo la domanda direttamente a te e a tutti gli altri utenti del Forum: avete mai creato un personaggio che poco o nulla aveva a che fare con voi? Se sì, come è stato il risultato?

Non ci riuscirei, temo ^^ l'anno scorso, alle presentazioni di scrivoanchio dicevo sempre che mi rivedevo in tutti i personaggi del mio Piccolo Fantasy (così mi hanno presa per assassina, schizofrenica e non so che altro, ma vebbé ò.ò). A dire il vero me n'ero accorta dopo, rileggendo il racconto, quando uno scrittore di Carmagnola che avevo conosciuto facendo uno stage in un giornale locale mi aveva detto che mi rivedeva in una dei personaggi ^^ Allora avevo riletto il racconto e mi ero accorta che io in realtà ero tutti i personaggi (o quasi) :3
Ho provato, poi, a creare un personaggio che non mi fosse troppo simile, ma con scarsi risultati ^^ Ci sono stati due personaggi di un racconto che ho scritto che non dovevano assomigliarmi. Cioè, io avevo deciso che loro due non dovevano essere me e avevo cercato di non avvicinarmi troppo a loro...il risultato? Degli aspetti in comune con me ce li hanno comunque e invece che essere me sono un'altra persona a cui voglio parecchio bene. In un modo o nell'altro non riesco a staccarmi da me o da quello che amo. Forse Pennac ha dimenticato che anche scrivere è un atto d'amore, una preferenza: io amo una persona, questa persona, per logica conseguenza, invade anche tutto quello che scrivo, non riesco a liberarmene, finisce in mezzo alle mie parole anche se cerco di staccarmi da me e da quello che amo mentre scrivo.... ok, non mi so esprimere XD

Bello sapere anche i vostri punti di vista :3 io invece, al contrario di roby, a prima lettura mi son detta 'che è questa roba', poi ci ho pensato e... non v'è mai capitato di parlare con un/a vostro/a amico/a di ciò che vi accomuna e vi allontana, per esempio, da un altra categoria? Per esempio, tanto per buttarla sul più banale degli esempi, tu e il tuo amico siete dei rockettari quindi non appartenete alla 'categoria' degli amanti del pop. Tanto per metterla sul banale, eh! E, mi sono accorta che nella maggior parte dei casi per me è vero. Condivido ciò che preferisco, con le persone che preferisco. E non è detto, anzi, che debbano piacerci solo ed esclusivamente le stesse cose. Ma in fondo è anche per questo che abbiamo più d'un amico, no? Perchè - grazie al Cielo - siamo tutti, più e meno, diversi, e ciò che non si trova in una persona si trova in un'altra. E' anche questo il bello quanto al 'noi siamo abitati da libri e da amici', è una definizione affascinante. Anche se non conteniamo solo questo, certo, però... Non so, è bello poter connettere tipo un lato del mio carattere a un libro o a un suo personaggio e roba del genere.

Secondo voi la scrittura è terapeutica per i sentimenti?

mietta ha scritto:

Secondo voi la scrittura è terapeutica per i sentimenti?

sì,decisamente...

mietta ha scritto:

Secondo voi la scrittura è terapeutica per i sentimenti?

Nel senso che ci aiuta a capirli meglio?

rma.roby ha scritto:

mietta ha scritto:

Secondo voi la scrittura è terapeutica per i sentimenti?

Nel senso che ci aiuta a capirli meglio?

libera interpretazione..Vediamo cosa ne esce..

mietta ha scritto:

rma.roby ha scritto:

mietta ha scritto:

Secondo voi la scrittura è terapeutica per i sentimenti?

Nel senso che ci aiuta a capirli meglio?

libera interpretazione..Vediamo cosa ne esce..

OK! XD Mi piace questa cosa della libera interpretazione! Allora rendo affermativa la mia domanda e dico che sì, secondo me la scrittura ci aiuta a chiarire meglio anche i nostri sentimenti. Esempio semplicesemplicesemplice: consideriamo un personaggio, lo collochiamo in una situazione simile alla nostra e proviamo a districare il groviglio dei suoi sentimenti che poi è anche il nostro!

rma.roby ha scritto:

mietta ha scritto:

rma.roby ha scritto:

mietta ha scritto:

Secondo voi la scrittura è terapeutica per i sentimenti?

Nel senso che ci aiuta a capirli meglio?

libera interpretazione..Vediamo cosa ne esce..

OK! XD Mi piace questa cosa della libera interpretazione! Allora rendo affermativa la mia domanda e dico che sì, secondo me la scrittura ci aiuta a chiarire meglio anche i nostri sentimenti. Esempio semplicesemplicesemplice: consideriamo un personaggio, lo collochiamo in una situazione simile alla nostra e proviamo a districare il groviglio dei suoi sentimenti che poi è anche il nostro!

Non male come idea. Altre interpretazioni?

rma.roby ha scritto:

mietta ha scritto:

rma.roby ha scritto:

mietta ha scritto:

Secondo voi la scrittura è terapeutica per i sentimenti?

Nel senso che ci aiuta a capirli meglio?

libera interpretazione..Vediamo cosa ne esce..

OK! XD Mi piace questa cosa della libera interpretazione! Allora rendo affermativa la mia domanda e dico che sì, secondo me la scrittura ci aiuta a chiarire meglio anche i nostri sentimenti. Esempio semplicesemplicesemplice: consideriamo un personaggio, lo collochiamo in una situazione simile alla nostra e proviamo a districare il groviglio dei suoi sentimenti che poi è anche il nostro!

sono d'accordo con te roby... A me lo scrivere aiuta a capirte meglio ciò che provo...

può succedere però il contrario??cioè che tipo prendiamo un personaggio come diceva roby,lo mettiamo nella nostra situazione e ci ingarbugliamo ancora di più perchè ci andiamo a creare delle situazioni che magari non sono proprio vere ma che noi crediamo così perchè in parte le "manipoliamo"??

myosotis ha scritto:

può succedere però il contrario??cioè che tipo prendiamo un personaggio come diceva roby,lo mettiamo nella nostra situazione e ci ingarbugliamo ancora di più perchè ci andiamo a creare delle situazioni che magari non sono proprio vere ma che noi crediamo così perchè in parte le "manipoliamo"??

Dipende... secondo me le situazioni (se non simili almeno verosimili) possono aiutare a definire meglio i nostri sentimenti.
Può però succedere che in un racconto più lungo o in un romanzo le situazioni siano troppo complicate o legate ad altri fatti che viene a perdersi il rapporto con la nostra vita...

stavo pensando:nei racconti,soprattutto nelle poesie,nella trama e nelle situazioni riportiamo sempre qualche nostro ricordo,rimpianto,rimorso???qualche cosa che abbiamo visto succedere o che ci è successa??

myosotis ha scritto:

stavo pensando:nei racconti,soprattutto nelle poesie,nella trama e nelle situazioni riportiamo sempre qualche nostro ricordo,rimpianto,rimorso???qualche cosa che abbiamo visto succedere o che ci è successa??

Penso proprio di sì, visto che è difficile rimanere imparziali se qualcosa ci tocca... L'aspetto connotativo è importante per trasmettere al lettore il proprio punto di vista su un determinato argomento

myosotis ha scritto:

stavo pensando:nei racconti,soprattutto nelle poesie,nella trama e nelle situazioni riportiamo sempre qualche nostro ricordo,rimpianto,rimorso???qualche cosa che abbiamo visto succedere o che ci è successa??

nei miei racconti (non scrivo molte poesie ^^) c'è sempre qualcosa di mio. Altrimenti non riconosco il racconto come qualcosa che mi appartiene e la cosa non mi va ^^ Magari parto dall'idea di scrivere qualcosa che non c'entri nulla (l'ultimo che ho scritto parla di Dio,una ragazzina e una vecchia suora...apparentemente io non c'entro) ma poi mi capita di accorgermi che anche facendo così qualcosa di mio ci finisce comunque nei racconti. Tendo a farmi a pezzi, quando scrivo, e a mettere qualcosina di mio un po' in ogni personaggio, senza dimenticare tratti di persone che conosco, che amo o che semplicemente mi hanno colpita. O situazioni ed emozioni che ho provato. Ecco, tutto questo, inevitabilmente, finisce nei miei racconti. Ogni cosa è una buona ispirazione per un racconto, ma devo averla sentita forte, vissuta, altrimenti non riesco a parlarne e il racconto non mi piace ^^ Diceva Nunziante, allo stage dell'anno scorso, che si può scrivere solo di quello che si conosce....appunto. XD

Anche io non posso fare a meno di non inserire qualcosa tipico di me nella narrazione.. Però ultimamente sto vivendo un fenomeno un po' particolare, ossia invento situazioni mai vissute e vado dove mi porta la scrittura, scrivo come mi comporterei io in quella situazione. Così, di getto, senza aver programmato nulla, e poi ci inserisco una riflessione come se stessi davvero vivendo l'accaduto. Riflessione che, senza ciò che ho scritto, non sarebbe mai esistita.

Demetra in Cenere ha scritto:

Anche io non posso fare a meno di non inserire qualcosa tipico di me nella narrazione.. Però ultimamente sto vivendo un fenomeno un po' particolare, ossia invento situazioni mai vissute e vado dove mi porta la scrittura, scrivo come mi comporterei io in quella situazione. Così, di getto, senza aver programmato nulla, e poi ci inserisco una riflessione come se stessi davvero vivendo l'accaduto. Riflessione che, senza ciò che ho scritto, non sarebbe mai esistita.

è una cosa interessante... anche io ci sto provando, a dire il vero: invento una situazione anche abbastanza improbabile (nel senso che credo che a me, Ombra, non capiterà mai) e poi lascio che i personaggi agiscano. Il problema è che, facendo così, inevitabilmente, i personaggi si comportano come mi comporterei io in quella situazione e io a volte vorrei cercare di non essere completamente nei miei racconti, temo di essere una presenza soffocante, a volte ^^"