Scrivere, scrivere, scrivere: non solo vomito di parole

Jethro J. Cohen ha scritto:

Ha detto cose molto interessanti sulla motivazione che spinge a scrivere, parole molto belle su cui non avevo mai riflettuto ma in cui mi sono rivisto limpidamente.
E bene, Grossman ha detto: "Devo scrivere per capire cosa mi succede, per capire chi sono. Molti si rivolgono a uno psicologo, io invece scrivo. "

Parole molto belle, ma non le condivido dl mio punto di vista. Io credo di scrivere perchè ho già capito cosa mi succede intorno e non mi piace granchè. Scrivo perchè, una volta capito chi sono, non mi sono piaciuta e allora provo a crearne un'altra.
Per quanto riguarda la motivazione che spinge me a scrivere cito un'aspirante scrittrice/cantautrice, riporto sia delle sue parole dirette sia dei brani di un testo (i suoi testi sono autentica poesia)

Writing is the only thing that when I do it, I don't feel I should be doing something else - Charlotte Eriksson (in arte The Glass Child)

ed ecco quelle che sento quando scrivo e cosa provo nei confronti dei miei personaggi

I can't decide what's real or what I've just read
I think I made you up inside my head
That's what I do
Create characters like you
Then I tear them apart
Rip out theirs hearts, and feed them to the sharks
You think it's unreal?
But don't forget it real in my head - Charlotte Eriksson The Glass Child - Insanity

<3Sarita<3 ha scritto:

phos. ha scritto:

Citazione :

L'unica libertà che ha un uomo è di scrivere la propria storia con le proprie parola e non con quelle di altri

Quoto se penso alla pluralità di storie che potrebbero confluire e scaturire dalla mia per poco non mi vengono le vertigini e mi sento meravigliosamente bene. Un po' di tempo fa, parlando con la mia penfriend, mi disse che la sua classe può sentir leggere un suo scritto e capire immediatamente che è suo senza che sia firmato, no? Ecco, ogni giorno spero di avvicinarmi un po' a quello stile che mi identifichi. Quello che mi fa scegliere una parola al posto di un'altra. Più ci penso più m'affascina più il mio sguardo diventa assente durante le lezioni più i miei professori hanno ragione di pensare che sia mentalmente instabile

Stai tranquilla...lo stile verrà da se, col tempo! Nel frattempo scrivi e continua a farlo sempre! Scrivi con le parola che ti senti nascere nel profondo, falle scaturire da una parte di te ...e col tempo tu da sola ti dirai: si, questo è il mio stile! Deve essere una cosa personale, non una cosa che deriva da altri!

non ho mai pensato che venisse dagli altri, tranquilla (mai sia! ) era solo per partire dalle parole della mia amica. ma è ovvio che continuo u.u

quietriot ha scritto:

Writing is the only thing that when I do it, I don't feel I should be doing something else - Charlotte Eriksson (in arte The Glass Child)

ed ecco quelle che sento quando scrivo e cosa provo nei confronti dei miei personaggi

I can't decide what's real or what I've just read
I think I made you up inside my head
That's what I do
Create characters like you
Then I tear them apart
Rip out theirs hearts, and feed them to the sharks
You think it's unreal?
But don't forget it real in my head - Charlotte Eriksson The Glass Child - Insanity

wow erika, mi pare follemente (senso letterale ) appropriato

Citazione :

Scrivo perchè, una volta capito chi sono, non mi sono piaciuta e allora provo a crearne un'altra.

Tralasciando il fatto che dovrei picchiarti perché non hai nessuna ragione per non piacerti, condivido in pieno.
Quando scrivo, si fondono quello che sono e quello che vorrei essere.

Anche io prima agivo come le due fanciulle di cui sopra, poi un pensiero profondo mi ha condotto alla conclusione che io sono io (ridondante, eh?) e sono colei che ama cangiare.

Botan L. ha scritto:

Citazione :

Scrivo perchè, una volta capito chi sono, non mi sono piaciuta e allora provo a crearne un'altra.

Tralasciando il fatto che dovrei picchiarti perché non hai nessuna ragione per non piacerti, condivido in pieno.
Quando scrivo, si fondono quello che sono e quello che vorrei essere.

amo il fatto che tu mi voglia picchiare, significa che mi vuoi bene. Ma probabilmente la settimana insieme ad Alberobello non ti ha mostrato la vera mia faccia ovvero quella di una la cui autostima ama le suole delle sue scarpe! Per questo tendo a inserire sempre almeno un personaggio femminile in cui riversare le più strane fantasie (non pensate a male!)

Vai da Tonio Cartonio e fatti servire un bel bicchiere fresco di Autostima, non è un bene lasciarla sotto le suole .

Demetra in Cenere ha scritto:

Vai da Tonio Cartonio e fatti servire un bel bicchiere fresco di Autostima, non è un bene lasciarla sotto le suole .

Magari è una maledizione ma anche un dono, perchè credo fortemente che sia proprio la mancanza di autostima che mi abbia fatto da molla principale per cominciare a scrivere

quietriot ha scritto:

Demetra in Cenere ha scritto:

Vai da Tonio Cartonio e fatti servire un bel bicchiere fresco di Autostima, non è un bene lasciarla sotto le suole .

Magari è una maledizione ma anche un dono, perchè credo fortemente che sia proprio la mancanza di autostima che mi abbia fatto da molla principale per cominciare a scrivere

"La peggior disgrazia può darci modo di esercitare la nostra migliore virtù. In ciò può essere ancora una fortuna", scriveva il pittore Ugo Bernasconi.

Jethro J. Cohen ha scritto:

quietriot ha scritto:

Demetra in Cenere ha scritto:

Vai da Tonio Cartonio e fatti servire un bel bicchiere fresco di Autostima, non è un bene lasciarla sotto le suole .

Magari è una maledizione ma anche un dono, perchè credo fortemente che sia proprio la mancanza di autostima che mi abbia fatto da molla principale per cominciare a scrivere

"La peggior disgrazia può darci modo di esercitare la nostra migliore virtù. In ciò può essere ancora una fortuna", scriveva il pittore Ugo Bernasconi.

Ok, allora con questa frase mi consolo xD

Allora, volevo riprendere qui una discussione che avevamo iniziato nell'Estemporanea. Si parlava dello stile che matura con il tempo, in relazione ai cambiamenti della persona che scrive. Ripartiamo da questo post di Erika:

Citazione :

Feldia (o Faida?) ha scritto:

mi colpisce questa idea dello "stile maturo", dello stile che cambia in base alle esperienze e alle fasi di vita...

credo che più si vada avanti più si raccolgono i sassolini che incontriamo per la strada, come ha detto Giuseppe riguardo alla sua personale esperienza con delle letture precise, si incontrano persone, si ascoltano storie, si visitano luoghi, si viene trattati in maniera di versa, si formano pensieri nuovi o trasformati nella mente. Tutto questo influenza la scrittura, i contenuti, lo stile, la visione dell'insieme

Come poi ha detto Andrea, questo discorso non vale solo per la scrittura, ma per qualunque arte....

che cosa ne pensate voi?

L'esperienza quotidiana e cioè che studio mi aiutano a capire meglio il significato di ogni parola, questo poi mi permette di utilizzarle nel modo più geniale possibile.

Jethro J. Cohen ha scritto:

quietriot ha scritto:

Demetra in Cenere ha scritto:

Vai da Tonio Cartonio e fatti servire un bel bicchiere fresco di Autostima, non è un bene lasciarla sotto le suole .

Magari è una maledizione ma anche un dono, perchè credo fortemente che sia proprio la mancanza di autostima che mi abbia fatto da molla principale per cominciare a scrivere

"La peggior disgrazia può darci modo di esercitare la nostra migliore virtù. In ciò può essere ancora una fortuna", scriveva il pittore Ugo Bernasconi.

Sì, e Cristina Aguilera canta you are beautiful in every single way.

Ombra ha scritto:

Jethro J. Cohen ha scritto:

genziana ha scritto:

Come dice Philip Pullman, tutti gli scrittori "rubano qualcosa" da altri testi; ma allora quand'è che un racconto si dice scopiazzato?

Si tratta di un discorso lungo e interessante, magari possiamo spostarlo su un'altro topic. Io credo che copiare è quando il risultato non ci appartiene, non siamo noi, quando non abbiamo inserito nulla di nuovo. Io personalmente prendo sempre spunto da qualcosa: un evento, un libro... Ma mi sforzo sempre di renderlo personale, quasi di rivoluzionarlo.

E voi? Quanto il mondo che vi circonda influeanza quello che scrivete? Fino a che punto si può parlare di "ispirazione" e quando invece di "plagio"? Che ne pensate?

Oddio ho ucciso un congiuntivo!! Che vergogna!! Perdono!!

Ombra ha scritto:

Jethro J. Cohen ha scritto:

genziana ha scritto:

Come dice Philip Pullman, tutti gli scrittori "rubano qualcosa" da altri testi; ma allora quand'è che un racconto si dice scopiazzato?

Si tratta di un discorso lungo e interessante, magari possiamo spostarlo su un'altro topic. Io credo che copiare è quando il risultato non ci appartiene, non siamo noi, quando non abbiamo inserito nulla di nuovo. Io personalmente prendo sempre spunto da qualcosa: un evento, un libro... Ma mi sforzo sempre di renderlo personale, quasi di rivoluzionarlo.

E voi? Quanto il mondo che vi circonda influeanza quello che scrivete? Fino a che punto si può parlare di "ispirazione" e quando invece di "plagio"? Che ne pensate?

di questo ne avevano già un po' parlato nell'altro topic, ma comunque mi ripeto

Ilplagio, nel diritto d'autore, ci si riferisce all'appropriazione della paternità di un'opera dell'ingegno altrui.

Con il termine ispirazione intendo una particolare eccitazione della mente, della fantasia o del sentimento che spinge un individuo a dar vita ad un'opera. In molte culture si ritiene che l'ispirazione sia l'azione di uno spirito divino o soprannaturale nell'uomo che si manifesta tramite visioni o rivelazioni. Generalmente l'ispirazione presuppone nel soggetto in questione particolari predisposizioni che possono variare nelle differenti culture.

io direi che per "equilibrare" bisognerebbe rendere ben chiaro evidente chi o cosa ci ha ispirati e spinti a tal punto da inserire nella nostra opera riferimenti precisi. Non nel senso di mettere nota a margine, ma, esempio se a un certo punto scrivo "Mi persi nel bosco, non potevo crederci...quindi è proprio vero che nel mezzo del cammin di nostra vita ci si perde in una selva oscura". È ovvio che non scriverò "Dante Alighieri - Commedia" , ma nessun avvocato potrà mai denunciarmi.

Almeno io la vedo così!

Ivi sollevo una questione: è meglio quando si scrive lasciarsi trascinare dal furore o tentare di essere analitici :3??

Io personalmente tendo ad una sorta di compromesso a seconda dei casi che mi si presentano (ma spesso è il furore a prevalere) per quanto riguarda voi invece?? :3

Nuanda ha scritto:

Ivi sollevo una questione: è meglio quando si scrive lasciarsi trascinare dal furore o tentare di essere analitici :3??

Io personalmente tendo ad una sorta di compromesso a seconda dei casi che mi si presentano (ma spesso è il furore a prevalere) per quanto riguarda voi invece?? :3

Secondo me scrivere è un modo per sfogarsi, quindi bisogna lasciarsi andare... poi magari si aggiusta un po' ciò che si è scritto, integrandolo in una storia o partendo da quello stralcio per costruirne una nuova u.u

Nuanda ha scritto:

Ivi sollevo una questione: è meglio quando si scrive lasciarsi trascinare dal furore o tentare di essere analitici :3??

Io personalmente tendo ad una sorta di compromesso a seconda dei casi che mi si presentano (ma spesso è il furore a prevalere) per quanto riguarda voi invece?? :3

perché non si può scrivere presi dal furore e essere analitici allo stesso tempo? Io a volte riesco a immaginarti una precisa scena così all'improvviso rispetto a quando sono li ferma seduta davanti al computer col mio foglio di word aperto

quietriot ha scritto:

Nuanda ha scritto:

Ivi sollevo una questione: è meglio quando si scrive lasciarsi trascinare dal furore o tentare di essere analitici :3??

Io personalmente tendo ad una sorta di compromesso a seconda dei casi che mi si presentano (ma spesso è il furore a prevalere) per quanto riguarda voi invece?? :3

perché non si può scrivere presi dal furore e essere analitici allo stesso tempo? Io a volte riesco a immaginarti una precisa scena così all'improvviso rispetto a quando sono li ferma seduta davanti al computer col mio foglio di word aperto

calma zia sono d'accordo con te, chiedevo solo opinioni ^-^

Simona 2.0 ha scritto:

Nuanda ha scritto:

Ivi sollevo una questione: è meglio quando si scrive lasciarsi trascinare dal furore o tentare di essere analitici :3??

Io personalmente tendo ad una sorta di compromesso a seconda dei casi che mi si presentano (ma spesso è il furore a prevalere) per quanto riguarda voi invece?? :3

Secondo me scrivere è un modo per sfogarsi, quindi bisogna lasciarsi andare... poi magari si aggiusta un po' ciò che si è scritto, integrandolo in una storia o partendo da quello stralcio per costruirne una nuova u.u

mmm bueno ho capaito :33 ottima tecnica

Nuanda ha scritto:

quietriot ha scritto:

Nuanda ha scritto:

Ivi sollevo una questione: è meglio quando si scrive lasciarsi trascinare dal furore o tentare di essere analitici :3??

Io personalmente tendo ad una sorta di compromesso a seconda dei casi che mi si presentano (ma spesso è il furore a prevalere) per quanto riguarda voi invece?? :3

perché non si può scrivere presi dal furore e essere analitici allo stesso tempo? Io a volte riesco a immaginarti una precisa scena così all'improvviso rispetto a quando sono li ferma seduta davanti al computer col mio foglio di word aperto

calma zia sono d'accordo con te, chiedevo solo opinioni ^-^

calma? È chi si è agitata? Se sono apparsa scontrosa scusa non ne avevo intenzione ero tranquillissima ed esponevo la mia opinione

quietriot ha scritto:

Nuanda ha scritto:

quietriot ha scritto:

Nuanda ha scritto:

Ivi sollevo una questione: è meglio quando si scrive lasciarsi trascinare dal furore o tentare di essere analitici :3??

Io personalmente tendo ad una sorta di compromesso a seconda dei casi che mi si presentano (ma spesso è il furore a prevalere) per quanto riguarda voi invece?? :3

perché non si può scrivere presi dal furore e essere analitici allo stesso tempo? Io a volte riesco a immaginarti una precisa scena così all'improvviso rispetto a quando sono li ferma seduta davanti al computer col mio foglio di word aperto

calma zia sono d'accordo con te, chiedevo solo opinioni ^-^

calma? È chi si è agitata? Se sono apparsa scontrosa scusa non ne avevo intenzione ero tranquillissima ed esponevo la mia opinione

Okok sai il difetto di internet è che spesso si può incorrere in fraintendimenti scusa se ho frainteso :3

Nuanda ha scritto:

Simona 2.0 ha scritto:

Nuanda ha scritto:

Ivi sollevo una questione: è meglio quando si scrive lasciarsi trascinare dal furore o tentare di essere analitici :3??

Io personalmente tendo ad una sorta di compromesso a seconda dei casi che mi si presentano (ma spesso è il furore a prevalere) per quanto riguarda voi invece?? :3

Secondo me scrivere è un modo per sfogarsi, quindi bisogna lasciarsi andare... poi magari si aggiusta un po' ciò che si è scritto, integrandolo in una storia o partendo da quello stralcio per costruirne una nuova u.u

mmm bueno ho capaito :33 ottima tecnica

Bravo Tranzollo xD

Nuanda ha scritto:

Ivi sollevo una questione: è meglio quando si scrive lasciarsi trascinare dal furore o tentare di essere analitici :3??

Io personalmente tendo ad una sorta di compromesso a seconda dei casi che mi si presentano (ma spesso è il furore a prevalere) per quanto riguarda voi invece?? :3

Ehi zio, ho tentato di scrivere armata solo della penna del furore, e in verità ti dico, è fantastico e nelle novelle calza a pennello. Anzi se non ne aleggiasse un pizzico potrei addirittura offendermi. Secondo la mia esperienza però, quando sei convinto di voler realizzare un libro, essere analitici e render chiari tutti i passaggi diventa una necessità. E lì, per conto mio, casca l'asino .

Demetra in Cenere ha scritto:

Nuanda ha scritto:

Ivi sollevo una questione: è meglio quando si scrive lasciarsi trascinare dal furore o tentare di essere analitici :3??

Io personalmente tendo ad una sorta di compromesso a seconda dei casi che mi si presentano (ma spesso è il furore a prevalere) per quanto riguarda voi invece?? :3

Ehi zio, ho tentato di scrivere armata solo della penna del furore, e in verità ti dico, è fantastico e nelle novelle calza a pennello. Anzi se non ne aleggiasse un pizzico potrei addirittura offendermi. Secondo la mia esperienza però, quando sei convinto di voler realizzare un libro, essere analitici e render chiari tutti i passaggi diventa una necessità. E lì, per conto mio, casca l'asino .

Bella zia, anche perché il romanzo, essendo di portata MOOOOOOOOOLTO più estesa mantenere il furore per 312 pagine può risultare difficoltoso e si rischia di cadere nella banalità :/

In me sta accadendo qualcosa. La natural volontà di partecipare al tanto ambito concorso sta mutando in ragionevole paura. Leggo di racconti, mitici e reali, belli e dannatamente splendidi ma.. io che voglio partecipare e che non possiedo alcun romanzo o racconto come dovrei fare? La domanda, dunque, la pongo a voi cari nuovi amici.

Non è che possiedo unita d'ispirazione tale per scrivere un racconto. Semplicemente voglio partecipare con una " raccolta di elementi esistenziali ben descritti". Posso comunque partecipare?